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Visualizzazione dei post da 2015

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O mio Dio…ho un’adolescente di sette anni!

La nostra bismamma Anna-G. Sprovieri Driiiiinnnnn. Sono solo le 05.55. e la mia sveglia comincia a suonare. Dopo averla maledetta con termini irripetibili per circa una decina di volte, mi alzo dal letto infreddolita e mi trascino letteralmente verso il bagno. Con un occhio ancora mezzo chiuso tento di beccare l’interruttore della luce al primo colpo e, ovviamente, non ci riesco. “Eddaaaiiii” penso tra me e me e finalmente un raggio accecante trafigge l’altro occhio (quello semiaperto) facendomi incazzare ancora di più.  Vabbè, meglio che mi riprenda subito che devo andare a lavorare.  Per cui mi metto l’anima in pace e dò il via alle mie incombenze mattutine. Ma proprio mentre mi guardo allo specchio ancora in pigiama, con lo spazzolino che mi pende da un lato della bocca e i capelli che sembrano un gomitolo di lana dopo l’assalto di un gatto infuriato, qualcuno apre la porta del bagno.  Ed eccola lì, la mia bellissima primogenita…viso d’angelo e capelli di se

Io e la tecnologia

(Giuliana Scura) Non c'è niente da fare, sono proprio una mamma tecnologica. Digitale per necessità, social per scelta. Uno smartphone ti può salvare la vita? Ho cominciato già quando non riuscivo a rimanere incinta la seconda volta. Violetta, la prima figlia, è arrivata quasi subito quindi quell'ingranaggio che non si rimetteva in moto (meglio dire, quel miracolo che non accadeva di nuovo) francamente mi preoccupava. Prima cosa da fare, dunque, scaricare l'applicazione che controlla la tua ovulazione, una specie di ginecologo a portata di touch.  Casomai avessi avuto qualche dubbio ci sarebbe stato sempre l'infallibile Google nella mia vita costantemente connessa al web. Da quando sono mamma, poi, la Rete è diventata una seconda casa, un luogo di consigli e informazioni, condivisioni di esperienze. Questo stesso blog è testimone che la tecnologia ci aiuti. Ragazze, ma lo sapete che esiste anche un'app Contraziometro? È una volta che il pargolo è venuto al

Una scelta diversa

(bismamma Chiara Perri) Ciao a tutte, oggi voglio raccontarvi qualcosa di me. Chi sono? Sono una mamma come voi, anzi, da circa tre  mesi una bis-mamma, e sono una donna. Come donna, ho vissuto due esperienze di gravidanza e parto, e ve ne voglio parlare, perché sono state due esperienze molto diverse tra loro. No, non come quando si dice “ogni gravidanza è a sé”, anche quello certo,  diverse intanto perché tra la prima e la seconda gravidanza io sono maturata, ma soprattutto perché ho cambiato il percorso e la figura di riferimento che mi ha accompagnata. Sono felice di dirvi che, mentre per la prima gravidanza mi ha seguita un ginecologo, per la seconda mi ha seguita una ostetrica, anzi due! Immagino le vostre facce perplesse, a metà tra l’incuriosito ed il preoccupato, simili a quelle che ho ricevuto parlando della mia scelta “diversa” ad amici e parenti. Come se farsi seguire da una ostetrica anziché da un ginecologo sia una scelta da irresponsabile. Qualcuno mi ha anc

STIAMO TORNANDOOOO ....

Eccoci di nuovo qui dopo la pausa estiva! L’associazione Serenamente donna e mamma riparte e lo fa alla grande con i nostri corsi per mamma, bambino e famiglia e con tantissime novità di cui man mano vi parleremo. Quindi ritroverete i nostri corsi di accompagnamento alla nascita , l’acquaticità in gravidanza e neonatale, i giochi sensoriali, il ballo in fascia e le nostre consulenze ostetriche, psicologiche e quelle riguardanti l’allattamento e tra le novità … beh seguiteci e lo scoprirete! Si riparte giorno: ·          3 settembre alle ore 17.00 con il corso di accompagnamento alla nascita presso la nostra sede; ·          5 settembre alle ore 9.00 acquaticità in gravidanza presso Villa Fabiano; ·          5 settembre alle ore 10.00 acquaticità neonatale presso Villa Fabiano; ·          7 settembre alle ore 10.00 musicoterapia e rilassamento in gravidanza presso la nostra sede. Vi aspettiamo!!

QUELLA STRANA CANOTTIERA CHE ASCIUGAVA IL SUDORE

 (Anna-G. Sprovieri) Che io sia una madre sui generis si era abbondantemente capito ma quest’estate mi sono davvero superata. Sì perché sono quella che a quaranta gradi all’ombra, in pieno agosto, dimentica puntualmente di mettere la crema solare alla figlia Elisabetta di neanche quattro mesi; quella che invece di scendere in spiaggia di prima mattina per approfittare della fresca brezza marina arriva alle 11, col sole a picco, trincerandosi dietro un :”La piccola dorme fino a tardi”; quella che invece di far sfoggiare ad Elisabetta un vestitino dopo l’altro (vedeste, ha un guardaroba che nemmeno Naomi Campbell), come fanno tutte le mamme di figlie femmine, preferisce lasciarla in pannolino per evitare che l’anticiclone delle Azzorre la sciolga. Non lo faccio apposta, giuro. E’ che io sono fatta così, ci sono cose a cui non riesco proprio a dare la giusta importanza, soprattutto con l’arrivo della seconda figlia. Sarà che mi sono rincretinita con l’età, ma mentre con la

UN LUNGO VIAGGIO VERSO LA FELICITA’

(Anna G. Sprovieri) Di solito non sono una pesantona, o almeno lo spero. Mi piace sorridere e far sorridere. Stavolta, però, voglio parlare di qualcosa di serio in maniera onesta, senza nascondermi. Si tratta di un viaggio lungo e sofferto alla ricerca della felicità. E questo viaggio è il mio. Vi avverto, il pezzo è un po’ lungo, non proprio da blog ma quando ho iniziato a scrivere le mani sono andate da sole. Quando a ottobre del 2014 ho cominciato a frequentare il corso di piscina per gestanti gestito dall’associazione “Serenamente donna e mamma” ero in attesa della seconda figlia da appena due mesi. Ero spaventata, avevo qualche piccolo disturbo e non avevo idea di come affrontare questa nuova gravidanza dopo quasi sette anni dalla prima. E con sette anni in più sul groppone. Il corso me lo aveva consigliato Giuliana, la mia “collega di blog” e io, come sempre senza pensare, mi sono buttata a capofitto in questa esperienza. Il primo impatto è stato traumatico. Non per Mari

SONO UNA DONNA. ORA ANCHE UNA MAMMA

(Giuliana Scura) Di questo ne ero convinta. Anche alla prima gravidanza. La gestazione è un evento fisiologico e ogni donna possiede dentro di sé le competenze necessarie per farcela in perfetta autonomia. "Quindi sono donna e sono autonoma" mi dicevo. Il corso di accompagnamento alla nascita la prima volta l'ho fatto quasi per inerzia dunque, il ginecologo me ne aveva parlato e io mi ero sentita in dovere. Nulla di più sbagliato perché già allora avevo imparato delle cose. Alcune anche molto importanti. La seconda volta mi sono lasciata trasportare da un rinnovato buonsenso, dalla distanza dal primo parto (oh Dio! Avrò dimenticato come si fa?) e, per dirla tutta, dalla paura folle che questa volta il mio essere donna autonoma non servisse proprio a nulla.  Ho capito, così, che l'obiettivo di partecipare ad un corso di accompagnamento alla nascita non è quello di "imparare" (nessuno potrà mai insegnartelo) come partorire, respirare, spingere, fa

BASTA POCO, CHE CE VO’?

(Anna Sprovieri) Ore 8:45. Casa deserta. Mio marito è fuori per lavoro, mia figlia Giorgia (quasi sette anni) è al campo estivo e la piccola Elisabetta (2 mesi e mezzo) dorme nella culla. Mi avvicino lentamente al bagno facendo attenzione a non inciampare tra i panni da lavare accumulati per terra e mi accorgo di stare sudando. Apro piano la porta e tu sei lì, come sempre. Siamo soli. A noi due, bastardo… Ma mò dico io, tra tutti i posti in cui potevamo metterlo, lo specchio andava appeso proprio di fronte alla porta del bagno? Tutte le mattine la stessa storia: corro trafelata per approfittare di quei 10 minuti di tranquillità per farmi una doccia veloce prima che la piccola si svegli, e inevitabilmente il mio sguardo si incrocia con quello che vedo riflesso. Impossibile sfuggire all’altra me: pigiama, pantofole, occhialazzi alla Filini (sì sì, proprio quello di Fantozzi perché sono pure talpa), capelli arruffati e un corpo dalla forma strana. Perché una gravidanza (per di più la

Momento topico, doppiamente drammatico

(Giuliana Scura) L'ora del cibarsi in questa casa è una sorta di contrappasso dantesco. L'una (figlia) è inversamente proporzionale all'altra (figlia). E scatta subito il senso di colpa: ti pare che proprio io - che ho sempre avuto problemi con cibo e fisicità - non avrei trasmesso questa stessa ansia alle pargole? Di fatto, Violetta (primogenita) va arginata e le vanno tolti i bocconi di bocca mentre Giulia è tutta delicata, tutta mollichina mollichina, non finisce mai un piatto, preferisce crema di farro e prodotti bio...mi diventa a breve vegana. Insomma, non pare mia figlia! Mi sa che a breve le devo far fare un tour di McDonald e pasticcerie che se no converte tutta la famiglia. La famiglia appunto...tutti sovrappeso tranne lei. Sarà una discriminata in casa ma, a conti fatti, se continua così, potrebbe essere la rivalsa del suo intero nucleo familiare. Alle 12.30 inizio a sudare. Momento pappa collettivo, almeno mi prodig

IL LAVORO NOBILITA L’UOMO (E SOPRATTUTTO LE MAMME)

                                                                                     ( Anna G Sprovieri) Professoré…un sacciu parrà l’italiano puazzu parrà l’inglese?”…ormai lo so, è questo che mi aspetterà il 14 settembre alla riapertura delle scuole: adolescenti ancora gasati dalle vacanze estive appena finite (e anche incazzati per questo) che davanti al mio tentativo di fargli capire quanto sia importante conoscere, almeno un pochino, la lingua più parlata al mondo mi guarderanno così come si guarda un panda in calore, con una sensazione tra l’incuriosito e lo schifato. Eppure sono certa che per me sarà un momento meraviglioso. No, non è che sono improvvisamente diventata matta. Almeno non ancora. Sono soltanto una professoressa di inglese che da nemmeno tre mesi è diventata mamma di Elisabetta, a ben sei anni e mezzo dalla nascita di Giorgia, la mia prima figlia. Questo significa gravidanza scoperta ad agosto 2014, tentativo di andare a scuola (a 70 km da casa) nonost

Sono due femmine ma mi sembra sia un esercito!

(Bismamma Giuliana Scura) Violetta (la mia prima figlia, sei anni e mezzo) per fortuna va a scuola. Ma il problema, adesso, è che la scuola è finita. Si sveglia tardi la mattina e di campi estivi non ne ha voluto sapere proprio. Giulia, la seconda, ha adesso quasi 9 mesi. Si arrampica, mi punta i piedi per lo più nello sterno o sugli zigomi. Inizia ad essere impegnativa. Detto ciò, avrete capito perfettamente che sono, nella sostanza, due figlie uniche al momento. Due microcosmi inseriti nel mio pazzo macrocosmo che non riesco ancora a coordinare come vorrei. Due femminelle che a me sembra un nutrito esercito. Iniziamo dalla grande. Parla da quando si sveglia fino a quando si corica. Sempre. Il mio ricercato silenzio non la smuove e non la commuove. Lei vuole parlare, vuole chiedere, vuole fare. Quindi abbiamo inventato una serie di giochi 'orali' che possa soddisfare la sua inesauribile dialettica. Posso esservi utile 'passandovene' qualcuno? Nomi, cose, città e

DIARIO DI DUE GENITORI IMPERFETTI

Vol.1 Il positivo. Miti e mitonami Era una tranquilla sera d'estate. Tranquilla insomma. Mio marito era ritornato nero dall'ennesima riunione sindacale, così arrabbiato da bidonare il lavoro, cosa capitata non più di due volte in cinque anni di onorata convivenza. Io già dal come aveva infilato la chiave nella toppa, avevo inteso la "sonata " e dunque con uno stratagemma che funziona sempre mi sono defilata con eleganza,<<Amore vado a fare la spesa, ti porto tante cose buone>>, esclamai degna del miglior Senna ad un soffio dal traguardo. Quel pomeriggio la spesa la feci con pazienza certosina e ispezionando il reparto detersivi tra un wc net e una schiuma da barba tanto per fare bella figura, feci scivolare nel traboccante carrello anche un test di gravidanza. << Almeno lo distraggo per dieci minuti e parliamo d'altro>>, pensavo. Ma quella sera era troppo nervoso, infatti non mi accompagnò neppure in bagno per attendere l'esit

Ops...sono diventata mamma! Ma è la seconda volta

(Giuliana Scura) Quaranta settimane e passa e la mia piccola non si decide a venir fuori. In realtà è rimasta testa in su fino alla 36ª settimana almeno. E io davvero non so se spaventarmi di più per il parto cesareo o per quello spontaneo. Giro e rigiro i mignoli dei piedi con la cadenza che mi hanno insegnato qui in associazione. Nella speranza che qualcosa succeda. Pare che questa specie di esercizio favorisca lo 'stravolgimento' della posizione della bimba. Cioè che si 'tuffi' verso un'uscita naturale. Ci credo poco. Ed ecco il primo errore. Alla 38ª settimana di gestazione, vado dal mio ginecologo per la visita di routine. Rassegnata, guardo il medico e chiedo: quindi parto programmato? Mi guarda perplesso e mi dice: perché? La bimba è in posizione. Quella strana manovra aveva funzionato. Effettivamente, una notte, avevo sentito un certo capovolgimento in pancia ma credevo fosse il brontolìo del mio intestino. Alla 41ª settimana divento mamma, travaglio