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Una scelta diversa

(bismamma Chiara Perri)


Ciao a tutte, oggi voglio raccontarvi qualcosa di me. Chi sono? Sono una mamma come voi, anzi, da circa tre  mesi una bis-mamma, e sono una donna. Come donna, ho vissuto due esperienze di gravidanza e parto, e ve ne voglio parlare, perché sono state due esperienze molto diverse tra loro. No, non come quando si dice “ogni gravidanza è a sé”, anche quello certo,  diverse intanto perché tra la prima e la seconda gravidanza io sono maturata, ma soprattutto perché ho cambiato il percorso e la figura di riferimento che mi ha accompagnata.
Sono felice di dirvi che, mentre per la prima gravidanza mi ha seguita un ginecologo, per la seconda mi ha seguita una ostetrica, anzi due!
Immagino le vostre facce perplesse, a metà tra l’incuriosito ed il preoccupato, simili a quelle che ho ricevuto parlando della mia scelta “diversa” ad amici e parenti. Come se farsi seguire da una ostetrica anziché da un ginecologo sia una scelta da irresponsabile. Qualcuno mi ha anche detto di “ lasciar perdere le novità e fare come fanno tutte”.….ma, veramente….. farsi seguire dall’ostetrica in gravidanza non è affatto una novità, anzi, è l’esatto contrario…..è farsi seguire dal ginecologo che è “diventato di moda” da…..50 anni? Mia nonna un ginecologo non lo ha mai visto, eppure ha avuto ben 11 figli, tutti nati in casa con l’assistenza della “levatrice”, della “mammana”….dell’ostetrica!
Cosa cambia tra le due figure? Direi che c’è una differenza sostanziale: l’ostetrica si occupa della fisiologia, segue la gravidanza, il parto ed il puerperio, è la guardiana della nascita e accompagna la donna nel diventare madre. Il ginecologo si occupa della patologia, è quindi un medico specialista, ed il suo compito è intervenire quando si presentano dei problemi a causa dei quali la gravidanza non può più essere definita fisiologica. Non posso credere che tutte le donne che si fanno seguire dal ginecologo abbiano gravidanze non fisiologiche. E allora, perché è diventata abitudine e consuetudine farsi seguire dal ginecologo? Semplificando di molto, potremmo dire che il fenomeno deriva dal “progresso” (scientifico, industriale, sociale, economico) degli ultimi decenni.

Ma torniamo a me. La mia prima esperienza di gravidanza e parto è stata probabilmente molto simile a quella che vive la maggior parte delle donne oggi. L’idea che avevo in testa dell’avere un bambino consisteva nel farmi seguire da un bravo ginecologo, rispettare l’iter di visite e analisi, fare un’alimentazione sana ecc. ecc. Il travaglio ed il parto li immaginavo come impegnativi e dolorosi ma non ne avevo paura, anzi ero molto fiduciosa.  La gravidanza è partita un po’ traballante, e dopo alcune vicissitudini con due ginecologi ed il pronto soccorso, ho incontrato un medico che mi ha rassicurata che tutto procedeva bene. E’ quindi diventato il “mio”  ginecologo di riferimento, e mi ha seguita per il resto della gravidanza, che, in seguito, è stata molto tranquilla . Classico: studio ben arredato, libri ed i “tipici” regali, poi il lettino ginecologico e l’ecografo, lavandino nell’angolo; raramente ho trovato altre persone in sala d’attesa e di solito ognuno si è fatto i fatti propri. L’assistente, se pur simpatica ed educata, è stata una presenza costante a volte fastidiosa. Ho avuto una ecografia al mese e tante regolari analisi prescritte. Mi è successo di vivere l’attesa della visita di controllo con ansia. Non credo comunque di avere nulla di cui lamentarmi con il medico, è stato un professionista impeccabile ed il nostro rapporto è stato sempre ottimo, anche se “superficiale” perché, nonostante tutto, per me è difficile parlare e raccontare della mia intimità e del mio essere donna ad un uomo, che oltretutto vedo una volta ogni tanto.
Nel frattempo, con il procedere della gravidanza, ho cercato quante più informazioni possibili  su tutto ciò che riguarda il diventare mamma, dal cambiare un pannolino alle tecniche per far girare un bambino podalico. E mi si è aperto un mondo.
Allo scadere esatto delle 40 settimane, senza alcun preavviso, si sono rotte le acque. Il grande momento è arrivato! Io e mio marito avevamo già deciso in quale struttura recarci, ero consapevole del fatto che il mio ginecologo non avrebbe potuto esserci, ma tranquilla. Purtroppo però, non tutto va sempre come vorremmo o come avevamo sognato, e tutto avrei potuto immaginare tranne il trattamento che ho ricevuto, nel momento che dovrebbe essere il più bello nella vita di una donna.
Del travaglio ricordo soprattutto la solitudine, sola per tante ore, attaccata al monitoraggio e bloccata sul letto; ogni tanto venivano a controllarmi ma nulla di più, nessuno parlava con me, nessuno sembrava considerarmi. Allora, con il dolore come sola compagnia, sempre più opprimente ed incalzante, senza una guida che potesse indirizzarmi, aiutarmi o anche solo ricordarmi di respirare, la mia fiducia è andata spegnendosi…… il mio parto è stato medicalizzato, senza che ce ne fosse reale necessità, e chi mi ha assistita è stato di una maleducazione indimenticabile.
L’esperienza mi ha molto segnata psicologicamente, e ho passato brutte nottate per tanti mesi. Poi un fortunato giorno, il fato mi ha fatto incontrare due ostetriche, è iniziato un bellissimo rapporto e le cose sono migliorate. Avevo bisogno di elaborare il ricordo del parto,  di fare pace con me stessa, di riprendermi quella parte di me con cui non mi sentivo più a mio agio, e in tutto questo sono stata aiutata, supportata, consigliata; ho trovato braccia pronte ad accogliermi e spalle pronte a sostenermi.

Passa del tempo, e io e mio marito decidiamo di cercare un’altra gravidanza. Non ho mai smesso di informarmi e ho scoperto che farsi seguire da una ostetrica è consigliato nelle Linee Guida  per la gravidanza fisiologica. Mi viene spontaneo pensare che questa volta voglio avere accanto loro, le “mie”ostetriche, e non un ginecologo, e immagino già che sarà una bella esperienza.
Il test positivo è arrivato subito, quando gliel’ho comunicato hanno accolto la notizia con entusiasmo. L’inizio è stato di nuovo traballante, ma l’ho presa con filosofia. L’impostazione è da subito diversa, chiacchieriamo insieme per più di un’ora sull’iter da seguire, una vera rivoluzione: solo tre ecografie, eventualmente una quarta di sicurezza, regolari analisi del sangue, dalla 25° settimana misura della sinfisi-fondo dell’utero, controllo della pressione e del peso. Sono poi previste cinque visite prestabilite nel corso della gravidanza, ma posso tranquillamente chiamarle o recarmi da loro per qualsiasi dubbio o problema, o anche solo per parlare della pancia che cresce. Lo “studio” è un appartamento con più stanze, le pareti sono colorate, appese foto di bimbi e pance ed in giro palle da esercizi/travaglio; è facile incontrare altre mamme che seguono corsi o aspettano di fare una visita, e si chiacchiera. La gravidanza prosegue di nuovo in modo tranquillo; le ecografie sono distanziate abbastanza da farmi venire curiosità di vederlo, e le analisi, seguendo il calendario di quelle consigliate per le settimane, sono più logiche e mirate. Le visite diventano  rilassanti, si controlla la mia salute, e dopo parliamo comodamente sedute, di come va, di come mi sento,  di cosa vorrei e di cosa mi aspetto dal parto. Inizio a meditare l’idea di travagliare e/o partorire in casa o in casa maternità, sarebbe davvero bellissimo. Il mio bimbo nella pancia è un birichino, e mi fa un po’ preoccupare perché decide di stare comodamente seduto (podalico) fino alla 33° settimana, quando finalmente, dopo avermi tenuta tre notti sveglia, si gira. Se non lo avesse fatto entro breve, avremmo tentato di farlo girare naturalmente, ci sono diversi metodi che hanno alte percentuali di successo, e le mie ostetriche mi avrebbero guidata. Le settimane passano e sono quasi al termine, dopo gli ultimi controlli, resta solo da aspettare il grande giorno. Tengo costantemente informati i miei due angeli custodi, di ogni piccolo cambiamento, sensazione o contrazione.
E’ iniziato con le stesse contrazioni sporadiche dei giorni precedenti, ma ad un certo punto mi sono resa conto che erano diventate costanti, regolari e anche piuttosto dolorose. Ero nell’orto, con la mia prima bimba a godermi la mattinata di sole, insieme a mio marito che lavorava tra le piante…..e nel mentre, affrontavo le onde in piedi poggiandomi ad una sedia e mugolando. Tranquilla e serena. Mando un messaggio ad una ostetrica, la quale in contemporanea mi chiede, sempre con un messaggio, come sto (telepatia o sesto senso femminile?). Le riferisco cosa sta succedendo e lei mi suggerisce di farmi una lunga doccia calda e cronometrare le contrazioni. Obbedisco, ma dopo poco la chiamo direttamente al telefono, mi si sono rotte le acque. Decidiamo quindi, che è bene che mi visiti e vado da lei, dove il controllo rivela che sono molto più avanti di quel che credevo. Non mi sembra vero, un breve tragitto in auto e faccio appena in tempo a salire in sala parto…..lì trovo anche il secondo angelo custode ad aspettarmi, è tutto così tranquillo e naturale, si parla tra una contrazione e l’altra, una battuta, una risata, tanto incoraggiamento, alcuni suggerimenti, una mano cui aggrapparmi…..mezz’ora e ho il mio bambino tra le braccia. Se ci penso, anche adesso, quasi non mi sembra vero come sia stato così positivamente diverso dal primo parto, e di quanto sento di dover ringraziare i miei dolci ma all’occorrenza energici angeli custodi, due ostetriche, due amiche, due donne come me.


Se vi state chiedendo perché ho voluto condividere con voi tutto ciò, ve lo dico subito. Perché credo sia molto importante che le donne ricomincino a credere in loro stesse e nelle loro capacità, nella possibilità di avere una gravidanza più serena ed un parto più rispettato, nella realtà della gravidanza fisiologica fino a prova contraria, nella concretezza di un’assistenza più empatica; perché credo che noi tutte donne e mamme dovremmo impegnarci per ritrovare quello spirito femminile, quella solidarietà, quella  “sorellanza” che ci rende speciali e che ci unisce  tutte. Per ottenere tutto questo, dobbiamo fare una “rivoluzione”, dobbiamo riportare l’ordine naturale delle cose, le donne per le donne…..e tutto questo è racchiuso in una parola: ostetrica.

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