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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

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UN LUNGO VIAGGIO VERSO LA FELICITA’

(Anna G. Sprovieri) Di solito non sono una pesantona, o almeno lo spero. Mi piace sorridere e far sorridere. Stavolta, però, voglio parlare di qualcosa di serio in maniera onesta, senza nascondermi. Si tratta di un viaggio lungo e sofferto alla ricerca della felicità. E questo viaggio è il mio. Vi avverto, il pezzo è un po’ lungo, non proprio da blog ma quando ho iniziato a scrivere le mani sono andate da sole. Quando a ottobre del 2014 ho cominciato a frequentare il corso di piscina per gestanti gestito dall’associazione “Serenamente donna e mamma” ero in attesa della seconda figlia da appena due mesi. Ero spaventata, avevo qualche piccolo disturbo e non avevo idea di come affrontare questa nuova gravidanza dopo quasi sette anni dalla prima. E con sette anni in più sul groppone. Il corso me lo aveva consigliato Giuliana, la mia “collega di blog” e io, come sempre senza pensare, mi sono buttata a capofitto in questa esperienza. Il primo impatto è stato traumatico. Non per Mari

SONO UNA DONNA. ORA ANCHE UNA MAMMA

(Giuliana Scura) Di questo ne ero convinta. Anche alla prima gravidanza. La gestazione è un evento fisiologico e ogni donna possiede dentro di sé le competenze necessarie per farcela in perfetta autonomia. "Quindi sono donna e sono autonoma" mi dicevo. Il corso di accompagnamento alla nascita la prima volta l'ho fatto quasi per inerzia dunque, il ginecologo me ne aveva parlato e io mi ero sentita in dovere. Nulla di più sbagliato perché già allora avevo imparato delle cose. Alcune anche molto importanti. La seconda volta mi sono lasciata trasportare da un rinnovato buonsenso, dalla distanza dal primo parto (oh Dio! Avrò dimenticato come si fa?) e, per dirla tutta, dalla paura folle che questa volta il mio essere donna autonoma non servisse proprio a nulla.  Ho capito, così, che l'obiettivo di partecipare ad un corso di accompagnamento alla nascita non è quello di "imparare" (nessuno potrà mai insegnartelo) come partorire, respirare, spingere, fa

BASTA POCO, CHE CE VO’?

(Anna Sprovieri) Ore 8:45. Casa deserta. Mio marito è fuori per lavoro, mia figlia Giorgia (quasi sette anni) è al campo estivo e la piccola Elisabetta (2 mesi e mezzo) dorme nella culla. Mi avvicino lentamente al bagno facendo attenzione a non inciampare tra i panni da lavare accumulati per terra e mi accorgo di stare sudando. Apro piano la porta e tu sei lì, come sempre. Siamo soli. A noi due, bastardo… Ma mò dico io, tra tutti i posti in cui potevamo metterlo, lo specchio andava appeso proprio di fronte alla porta del bagno? Tutte le mattine la stessa storia: corro trafelata per approfittare di quei 10 minuti di tranquillità per farmi una doccia veloce prima che la piccola si svegli, e inevitabilmente il mio sguardo si incrocia con quello che vedo riflesso. Impossibile sfuggire all’altra me: pigiama, pantofole, occhialazzi alla Filini (sì sì, proprio quello di Fantozzi perché sono pure talpa), capelli arruffati e un corpo dalla forma strana. Perché una gravidanza (per di più la

Momento topico, doppiamente drammatico

(Giuliana Scura) L'ora del cibarsi in questa casa è una sorta di contrappasso dantesco. L'una (figlia) è inversamente proporzionale all'altra (figlia). E scatta subito il senso di colpa: ti pare che proprio io - che ho sempre avuto problemi con cibo e fisicità - non avrei trasmesso questa stessa ansia alle pargole? Di fatto, Violetta (primogenita) va arginata e le vanno tolti i bocconi di bocca mentre Giulia è tutta delicata, tutta mollichina mollichina, non finisce mai un piatto, preferisce crema di farro e prodotti bio...mi diventa a breve vegana. Insomma, non pare mia figlia! Mi sa che a breve le devo far fare un tour di McDonald e pasticcerie che se no converte tutta la famiglia. La famiglia appunto...tutti sovrappeso tranne lei. Sarà una discriminata in casa ma, a conti fatti, se continua così, potrebbe essere la rivalsa del suo intero nucleo familiare. Alle 12.30 inizio a sudare. Momento pappa collettivo, almeno mi prodig

IL LAVORO NOBILITA L’UOMO (E SOPRATTUTTO LE MAMME)

                                                                                     ( Anna G Sprovieri) Professoré…un sacciu parrà l’italiano puazzu parrà l’inglese?”…ormai lo so, è questo che mi aspetterà il 14 settembre alla riapertura delle scuole: adolescenti ancora gasati dalle vacanze estive appena finite (e anche incazzati per questo) che davanti al mio tentativo di fargli capire quanto sia importante conoscere, almeno un pochino, la lingua più parlata al mondo mi guarderanno così come si guarda un panda in calore, con una sensazione tra l’incuriosito e lo schifato. Eppure sono certa che per me sarà un momento meraviglioso. No, non è che sono improvvisamente diventata matta. Almeno non ancora. Sono soltanto una professoressa di inglese che da nemmeno tre mesi è diventata mamma di Elisabetta, a ben sei anni e mezzo dalla nascita di Giorgia, la mia prima figlia. Questo significa gravidanza scoperta ad agosto 2014, tentativo di andare a scuola (a 70 km da casa) nonost

Sono due femmine ma mi sembra sia un esercito!

(Bismamma Giuliana Scura) Violetta (la mia prima figlia, sei anni e mezzo) per fortuna va a scuola. Ma il problema, adesso, è che la scuola è finita. Si sveglia tardi la mattina e di campi estivi non ne ha voluto sapere proprio. Giulia, la seconda, ha adesso quasi 9 mesi. Si arrampica, mi punta i piedi per lo più nello sterno o sugli zigomi. Inizia ad essere impegnativa. Detto ciò, avrete capito perfettamente che sono, nella sostanza, due figlie uniche al momento. Due microcosmi inseriti nel mio pazzo macrocosmo che non riesco ancora a coordinare come vorrei. Due femminelle che a me sembra un nutrito esercito. Iniziamo dalla grande. Parla da quando si sveglia fino a quando si corica. Sempre. Il mio ricercato silenzio non la smuove e non la commuove. Lei vuole parlare, vuole chiedere, vuole fare. Quindi abbiamo inventato una serie di giochi 'orali' che possa soddisfare la sua inesauribile dialettica. Posso esservi utile 'passandovene' qualcuno? Nomi, cose, città e

DIARIO DI DUE GENITORI IMPERFETTI

Vol.1 Il positivo. Miti e mitonami Era una tranquilla sera d'estate. Tranquilla insomma. Mio marito era ritornato nero dall'ennesima riunione sindacale, così arrabbiato da bidonare il lavoro, cosa capitata non più di due volte in cinque anni di onorata convivenza. Io già dal come aveva infilato la chiave nella toppa, avevo inteso la "sonata " e dunque con uno stratagemma che funziona sempre mi sono defilata con eleganza,<<Amore vado a fare la spesa, ti porto tante cose buone>>, esclamai degna del miglior Senna ad un soffio dal traguardo. Quel pomeriggio la spesa la feci con pazienza certosina e ispezionando il reparto detersivi tra un wc net e una schiuma da barba tanto per fare bella figura, feci scivolare nel traboccante carrello anche un test di gravidanza. << Almeno lo distraggo per dieci minuti e parliamo d'altro>>, pensavo. Ma quella sera era troppo nervoso, infatti non mi accompagnò neppure in bagno per attendere l'esit