(Giuliana Scura)
L'ora del cibarsi in questa casa è una sorta di contrappasso dantesco. L'una (figlia) è inversamente proporzionale all'altra (figlia). E scatta subito il senso di colpa: ti pare che proprio io - che ho sempre avuto problemi con cibo e fisicità - non avrei trasmesso questa stessa ansia alle pargole? Di fatto, Violetta (primogenita) va arginata e le vanno tolti i bocconi di bocca mentre Giulia è tutta delicata, tutta mollichina mollichina, non finisce mai un piatto, preferisce crema di farro e prodotti bio...mi diventa a breve vegana. Insomma, non pare mia figlia! Mi sa che a breve le devo far fare un tour di McDonald e pasticcerie che se no converte tutta la famiglia. La famiglia appunto...tutti sovrappeso tranne lei. Sarà una discriminata in casa ma, a conti fatti, se continua così, potrebbe essere la rivalsa del suo intero nucleo familiare. Alle 12.30 inizio a sudare. Momento pappa collettivo, almeno mi prodigo una volta sola (dico dentro di me). La prima figlia elenca un menù da gourmet, l'altra, per quel poco che capisce al momento, la guarda nauseata. Corro in cucina, brodino vegetale alla piccola con soliti miscugli dentro, spaghetti alla puttanesca belli sostanziosi alla grande. Ritorno contenta alla postazione, lascio il piatto pieno a Violetta e inizio l'agonia con Giulia. Tre quarti d'ora non bastano per farle mangiare metà pasto tra giochi, canzoni ed evoluzioni da saltimbanco (poi dici che resto bloccata con la schiena...). Di frutta manco a parlarne. Mentre Violetta si avvicina col piatto vuoto (che pare lavato) e, porgendomelo, mi chiede speranzosa: "Mamma, ce n'è ancora?".
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