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BASTA POCO, CHE CE VO’?

(Anna Sprovieri)
Ore 8:45. Casa deserta. Mio marito è fuori per lavoro, mia figlia Giorgia (quasi sette anni) è al campo estivo e la piccola Elisabetta (2 mesi e mezzo) dorme nella culla. Mi avvicino lentamente al bagno facendo attenzione a non inciampare tra i panni da lavare accumulati per terra e mi accorgo di stare sudando. Apro piano la porta e tu sei lì, come sempre. Siamo soli. A noi due, bastardo… Ma mò dico io, tra tutti i posti in cui potevamo metterlo, lo specchio andava appeso proprio di fronte alla porta del bagno? Tutte le mattine la stessa storia: corro trafelata per approfittare di quei 10 minuti di tranquillità per farmi una doccia veloce prima che la piccola si svegli, e inevitabilmente il mio sguardo si incrocia con quello che vedo riflesso. Impossibile sfuggire all’altra me: pigiama, pantofole, occhialazzi alla Filini (sì sì, proprio quello di Fantozzi perché sono pure talpa), capelli arruffati e un corpo dalla forma strana. Perché una gravidanza (per di più la seconda) non perdona. E allora mi perdo a contare una, due, tre, infinite smagliature che si insinuano nelle pieghe di una pancia non più tonica che praticamente posso sblusare sugli slip. E a quel punto partono le maledizioni che non ripeterò qui, giusto per decenza. Io che adoravo andare in palestra, che sudando come una matta andavo a correre anche alle due del pomeriggio saltando il pranzo per sentirmi meglio con me stessa! E mò? Da dove comincio? Ah già, la fase 1, la più classica: la miracolosa crema rimodellante che basta uno strato e ti ritrovi meglio di Rihanna. Per cui lascio agire e spero che quella fastidiosa sensazione di appiccicoso serva a qualcosa. Nel furore del “forse ho perso qualche etto” passo alla fase 2: tento di rimettermi quei jeans che mi piacevano tanto. Allora: prima infilo una gamba, poi l’altra, poi tiro su…tiro su…eddai, saliiiiiiiii…e finisco stremata sul letto con i pantaloni a mezza coscia e l’orgoglio sotto i piedi. Immediata la fase 3, quella dei buoni propositi: da oggi dieta, niente pasta, niente pane, niente formaggi, solo verdure, praticamente mi lascio morire di fame. E da stasera jogging tre volte alla settimana. Sì, credici. Oggi, a tre mesi dalla nascita di Elisabetta, sono pienamente entrata nella fase 4, quella della semiaccettazione. La crema è finita, ho perso qualche chilo, il mio corpo ha finalmente assunto una forma accettabile anche se non è ancora tornato come prima e la mia pancetta mi ricorda che ho dato la vita a due bambine meravigliose… 

Anzi, ripensandoci, sono quasi nella fase 5, quella del chissenefregamisentobellalostesso…e alla faccia di chi pensa che sono un po’ in carne, quest’estate mi metto anche il bikini, tiè. 

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