(Giuliana Scura)
Di questo ne ero convinta. Anche alla prima gravidanza. La gestazione è un evento fisiologico e ogni donna possiede dentro di sé le competenze necessarie per farcela in perfetta autonomia. "Quindi sono donna e sono autonoma" mi dicevo. Il corso di accompagnamento alla nascita la prima volta l'ho fatto quasi per inerzia dunque, il ginecologo me ne aveva parlato e io mi ero sentita in dovere. Nulla di più sbagliato perché già allora avevo imparato delle cose. Alcune anche molto importanti. La seconda volta mi sono lasciata trasportare da un rinnovato buonsenso, dalla distanza dal primo parto (oh Dio! Avrò dimenticato come si fa?) e, per dirla tutta, dalla paura folle che questa volta il mio essere donna autonoma non servisse proprio a nulla.
Ho capito, così, che l'obiettivo di partecipare ad un corso di accompagnamento alla nascita non è quello di "imparare" (nessuno potrà mai insegnartelo) come partorire, respirare, spingere, far nascere il bambino, ma quello di scoprire la potenza che ogni donna ha dentro di sé nel far venire al mondo la vita. E poi (non ultima!) hai anche la possibilità di affliggere chi ti fa il corso con le tremila domande superflue e ansiogene che non puoi fare al ginecologo... Un'ostetrica professionista può dare le risposte con una dose massiccia di pazienza in più (anche per future mamme che mettono a dura prova la pazienza altrui). Non è facile scegliere un corso di accompagnamento alla nascita. È necessario innanzi tutto mettere a fuoco i propri desideri e le proprie priorità.
Ecco perché ho messo giù una serie di caratteristiche che non dovrebbero mai mancare:
· L'ostetrica resta la figura di riferimento nei corsi pre parto, affiancata poi dalla figura della psicologa per avere il supporto psicologico giusto ad affrontare i cambiamenti dei 9 mesi e oltre …
· Deve avere una parte teorica che deve essere seguita poi da un'evoluzione pratica con esercizi mirati, rilassamento e respirazione per riuscire a controllare meglio il dolore nel travaglio e vivere il parto con la giusta ottica.
· Non deve mai fermarsi all’evento parto ma accompagnarti anche nel puerperio
· Deve farti scoprire l’importanza del tuo corpo, l’ascolto di ciò che ti dice e la perfetta cura.
· Deve permetterti lo scambio di idee tra “colleghe” perché il gruppo è fondamentale prima, durante e dopo.
· Deve darti la possibilità di comprendere bene cosa ti sta accadendo per permetterti di scegliere al meglio come e dove deve avvenire il tuo parto e il primo sguardo d’amore con il tuo bambino.
Dalle due diverse esperienze che ho avuto (entrambe positive anche se diversissime), posso assicurare che pensare alla struttura in cui si andrà a partorire come candidata principale per il corso di accompagnamento alla nascita è inutile. Perché in questo caso vale la legge di Murphy: partorirai di certo quando l'ostetrica che ti ha accompagnato nel corso avrà appena finito il turno (oppure è in ferie)...
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