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O mio Dio…ho un’adolescente di sette anni!




La nostra bismamma Anna-G. Sprovieri




Driiiiinnnnn. Sono solo le 05.55. e la mia sveglia comincia a suonare. Dopo averla maledetta con termini irripetibili per circa una decina di volte, mi alzo dal letto infreddolita e mi trascino letteralmente verso il bagno. Con un occhio ancora mezzo chiuso tento di beccare l’interruttore della luce al primo colpo e, ovviamente, non ci riesco. “Eddaaaiiii” penso tra me e me e finalmente un raggio accecante trafigge l’altro occhio (quello semiaperto) facendomi incazzare ancora di più. 

Vabbè, meglio che mi riprenda subito che devo andare a lavorare.  Per cui mi metto l’anima in pace e dò il via alle mie incombenze mattutine. Ma proprio mentre mi guardo allo specchio ancora in pigiama, con lo spazzolino che mi pende da un lato della bocca e i capelli che sembrano un gomitolo di lana dopo l’assalto di un gatto infuriato, qualcuno apre la porta del bagno. 
Ed eccola lì, la mia bellissima primogenita…viso d’angelo e capelli di seta, sette anni di dolcezza e simpatia. “Amore di mamma, è ancora prestissimo, riposa ancora un po’”, le dico. Mi avvicino per darle il bacio del buongiorno e lei che fa? GRUGNISCE. Sì sì…grugnisce proprio e senza dirmi neanche ciao mi chiede con tono arrabbiato: “Posso vedere Violetta?”. Non aspetta neanche la riposta. Si gira, entra in camera sua e chiude la porta.

Ecco. Ci siamo. Sono i primi segnali della preadolescenza che avanza e io comincio a sudare freddo. Ma no, dai. Ha solo sette anni, sarà una fase passeggera, è il suo telefilm preferito, è che con la nascita della sorellina è cresciuta più in fretta…E mentre tento di elencare mentalmente improbabili scuse a quell’atteggiamento, mi ritorna in mente un episodio di una settimana prima che io, consapevolmente, avevo tentato di cancellare.
Eravamo in auto dirette verso un negozio di calzature per trovare un paio di scarpe chiuse che mia figlia potesse indossare sotto le gonne (il suo indumento preferito) in caso di pioggia. La prima discussione è cominciata quando lei, in maniera categorica, ha dichiarato di volere un paio di ballerine. “Ma amore, - tento di convincerla – con la pioggia non sono adatte, ti bagnerai i piedi…meglio un paio di scarponcini carini…” E lì subito ha tirato giù il muso. Il vero dramma si è invece consumato all’interno del negozio. Mentre ci aggiravamo tra gli scaffali, infatti, ripropongo l’idea dello scarponcino. Apriti cielo. “Io voglio le ballerine e basta! – sbotta lei mentre io sento le mani che cominciano a prudermi – “Le scarpe sono mie e me le scelgo io!”. Non so cosa mi abbia trattenuto, forse il fatto che con me ci fossero mio marito e l’altra figlia di cinque mesi e avrei potuto spaventarla, ma fatto sta che le ho semplicemente risposto a muso duro che non era il caso di comprare ballerine. Ma lei non aveva ancora finito e con atteggiamento di sfida (da classica adolescente) mi dice: “E se tu mi scegli le scarpe, anche se sono belle, io ti dico che non mi piacciono!”.
Non vi racconto come è finita, ve lo lascio immaginare. Vi dico solo che dal negozio siamo usciti con un paio di scarponcini dorati tempestati di brillantini e un gran mal di testa…
Intanto mi guardo ancora allo specchio e rimetto a fuoco la mia immagine. E’ già passata mezz’ora e io sono ancora in bagno immersa nei miei pensieri…Che giornata del cavolo. E sono solo le 06.35. Meno male che devo andare a lavorare…




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