Ognuno di noi è diverso dagli altri, con caratteristiche fisiche, preferenze e abilità diverse.
Questop principiovale per tutti, anche per i bambini, inclusi quelli affetti da Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: i bambini autistici. L’autismo è una sindrome con esordio nella prima infanzia, solitamente tra il 6-7° mese di vita e i 3 anni. Le caratteristiche delle persone autistiche possono riassumersi in tre categorie: difficoltà nelle relazioni sociali e mancanza di empatia, difficoltà nella comunicazione, attività e comportamenti stereotipati. Quando ci si rapporta con bambini affetti da autismo bisogna prendere in considerazione vari aspetti: l’età, le abilità verbali espressive, le abilità sociali e quelle motorie. Innanzitutto bisogna fissare degli obiettivi di tipo comunicativo, sociale, motorio che vogliamo raggiungere con quel bambino e, per raggiungerli, partiamo dalle attività che ama ed è capace di fare (ad esempio, se al bambino piace giocare al pallone possiamo utilizzare questo gioco per stimolare la socializzazione con gli altri bambini).Coinvolgere il bambino nelle attività è il primo passo per riuscire a creare una relazione con lui.
Per fare ciò è necessario che il bambino comprenda quello che gli stiamo proponendo e che l’attività sia adeguata alle sue capacità. È molto utile fornire stimoli visivi a supporto di quello che gli si dice. Spesso fotografie, immagini e disegni permettono al bambino di capire meglio ciò che gli viene richiesto e di metterlo in pratica. Ad esempio, possiamo creare un calendario visivo della settimana e oggi giorno aggiornare ciò che si fa o che si farà nei prossimi giorni.
Per aiutarlo a staccarsi dall’adulto e quindi ad essere autonomo si possono insegnare al bambino delle routine di autonomia che poi potrà svolgere da solo, un buon metodo di insegnamento in questo caso per bambini che sanno imitare bene è il videomodeling.
Per quanto riguarda la socializzazione tra pari, è possibile fare delle attività di gruppo monitorate da un adulto. L’importante è che prima si insegni singolarmente ad ogni bambino quello che verrà proposto poi in gruppo. Questa modalità può essere utilizzata anche a scuola con l’insegnante e uno o due compagni di classe. Con i ragazzini più grandi gli obiettivi e le priorità si modificano; si può insegnare loro alcune capacità per la gestione del denaro, l’uso dei servizi presenti sul territorio, come ad esempio, capire quando andare al supermercato, oppure dove andare per comprare un quaderno nuovo, ecc. Il lavoro da svolgere con i bambini e ragazzi necessita di molto tempo e impegno, ma dà molte soddisfazioni sia a loro che a tutte le persone con cui si rapportano, in particolare quando vengono raggiunti piccoli traguardi. L’importante è dare loro tutti gli strumenti possibili per cercare di condurre una vita quanto più autonoma e serena.
ABA è l’acronimo di Applied Behavioral Analysis, che, tradotto in maniera letterale, significa "analisi del comportamento applicata". Quindi l’ABA costituisce l’applicazione sistematica dei principi comportamentali individuati dalla scienza che studia il comportamento e le leggi che lo regolano. L’ABA si propone come una tecnica pratica per la progettazione, messa in atto e valutazione di programmi di intervento. Tale pratica è fondata sull’osservazione e la registrazione del comportamento che forniscono la base di partenza per la progettazione ed attuazione di interventi per il cambiamento di comportamenti inadeguati e l’apprendimento di nuove abilità. ABA costituisce l’applicazione pratica dei principi e delle tecniche individuati dal comportamentismo. Il principio centrale è quello di rinforzo: la frequenza e la forma di un determinato comportamento possono essere influenzate da ciò che accade prima o dopo il comportamento stesso. Il principio del rinforzo e tecniche comportamentali (shaping, chaining, fading, ecc.) possono essere utilizzati per incrementare o ridurre determinati comportamenti, sviluppare e consolidare nuovi apprendimenti. In particolare, l’applicazione di strategie comportamentali per l’educazione di bambini è basata su un’ampia serie di studi, iniziati dal dott. Ivar Lovaas alla fine degli anni 60.Programmi educativi ABA vengono supervisionati da Analisti del comportamento certificato, BCBA con una preparazione in ambito comportamentale specifica, i quali a loro volta operano una formazione agli educatori coinvolti nel programma (importante, in quanto chi non è seguito da un analista del comportamento non svolge programmi ABA).
Vi proponiamo quattro attività che potete svolgere a casa in questi giorni.
Ovviamente sono delle proposte. Cercate di adattarle in base alle esigenze dei vostri bambini. Forza a lavoro!
A Cura della Pedagogista RBT Antonella Zaretta e della Pedagogista Carmela Rosato
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