Passa ai contenuti principali

Ci avete visitato in

Musica e infanzia: una relazione da approfondire



La musica è importante per i bambini perché sviluppa la creatività e l’intelligenza musicale.
La creatività, ad esempio va stimolata nella giusta maniera.Questo non solo per chi possiede un talento specifico in ambito musicale, ma anche e soprattutto perché la musica ha un’importanza fondamentale per lo sviluppo del cervello di un bambino. 
Per ascoltare, cantare o suonare si devono attivare entrambi gli emisferi del cervello: quello destro, sede delle emozioni e delle capacità sensibili, coglie il timbro della musica e la melodia. L’emisfero sinistro, invece, che controlla i processi logici, analizza il ritmo e l’altezza dei suoni.
Il risultato è una intensa ginnastica della mente i cui benefici riguardano anche altre abilità, come la capacità di formulare ragionamenti astratti, la possibilità di aumentare le competenze analitiche e matematiche,  nonché quelle linguistiche.
Il momento di apprendimento più produttivo per il bambino si situa alla nascita, se non probabilmente durante la fase della sua vita prenatale. Da quell’epoca in poi l’inclinazione ad apprendere diminuisce in modo progressivamente crescente.
Il primo anno e mezzo di vita sembra essere il più importante, il periodo che va dai 18 ai 36 mesi, già è meno fruttifero e quello che va dai 3 ai 5 anni di età è quello che influisce di meno su quanto apprenderà durante gli interi primi 5 anni di vita.
I genitori, i fratelli e le sorelle e i suoi pari d’età sono i migliori insegnanti che il bambino ha a disposizione per ricevere un’educazione precoce.
Se esaminiamo l’approfondimento del linguaggio, la maggior parte dei bambini riceve una guida informale all’acquisizione delle competenze linguistiche adeguata e sufficiente per trarre beneficio dall’istruzione formale. Non possiamo però, affermare lo stesso per la musica, infatti, la maggioranza dei bambini nell’età in cui iniziano a ricevere un’istruzione formale non hanno la necessaria preparazione.
Le competenze linguistiche vengono sviluppate attraverso l’acquisizione sequenziale di cinque vocabolari: Il primo è quello ascoltato.  Più un neonato ascolta la lingua parlata ( anche se ciò che è ascoltato non viene necessariamente compreso), più sarà preparato a sviluppare i rimanenti quattro vocabolari: quello parlato, pensato, letto e scritto e a impegnarsi nel lavoro scolastico.
I neonati generalmente ascoltano il linguaggio parlato per un tempo che va dai 9 ai 15 mesi prima di iniziare a produrre in modo autonomo un proprio vocabolario. Il bambino comincia a parlare utilizzando parole a lui familiari, quelle che ha potuto ascoltare in precedenza.
Più ampio è il vocabolario contenuto nel lessico familiare del bambino, più alte sono le probabilità che egli diventi un “parlatore” migliore. All’età di due o tre anni il bambino inizia a sviluppare un vocabolario pensato. Il comportamento emblematico collegato al formarsi di questo vocabolario consiste nel fare domande e fornire risposte. Sappiamo ad esempio, come la parola “no” sia fra quelle maggiormente utilizzate dal bambino in questo periodo. Il quarto e il quinto vocabolario invece, vengono generalmente formalizzati a scuola.

                                                      Enza Cristofaro, Cantante, Cfp ( Estill Voicecraft),
1 Livello basato sulla music learning theory di Edwin Gordon
(L’apprendimento musicale del bambino da 0 a 6 anni).

Visita il nostro sito http://www.serenamentedonnaemamma.it/

Commenti

Post popolari in questo blog

Mamma, donna, moglie, lavoratrice

Ci sono delle cose che cambiano DAVVERO la vita,  una di queste è diventare mamma: bhè direi che la sconvolge. Diventare mamma è un’esperienza unica: è meraviglioso (e sconvolgente!) scoprire di essere incinta, è meraviglioso (e sconvolgente) attraversare i 9 mesi di gravidanza, è meraviglioso (e molto sconvolgente!) il parto… ed è meraviglioso, strano, spaventoso, emozionante, toccante, stravolgente, commovente, stancante (e ovviamente sconvolgente) ritrovarsi quella creaturina tra le mani! Ricordo perfettamente la sera in cui nacque la mia primogenita Alice, passai tutta la notte a tenere la sua manina minuscola e a controllare  che respirasse, nonostante fossi stremata dal parto, mi sembrava troppo, troppo strano aver dato alla luce quell’essere che avevo protetto nella mia pancia per tutto quel tempo, da quel momento in poi mi sentivo vulnerabile perché incapace di proteggerla come potevo fare prima: in gravidanza mi bastava posare le mie mani sul pancione per farle sentir

Alla scoperta dei Libri sensoriali!

I Quiet book o libri sensoriali, sono un’intrigante proposta di gioco da offrire ai nostri bambini, che (noterete sin da subito) verranno  catturati immediatamente dalla possibilità di FARE delle cose con il loro libricino, andando così a stimolare l’attenzione e la concentrazione del bambino . fin da piccolissimo; è una offerta di   mille sensazioni sensoriali , di tante azioni, di scoperte e di tentativi. Un Quiet Book è realizzato principalmente in tessuto o feltro / pannolenci, all’interno delle sue pagine possiamo trovare delle attività che simulano le nostre azioni quotidiane, come stendere i panni, allacciare le scarpe, apparecchiare la tavola, ma anche attività come imparare le lettere e i numeri. La chiave del successo educativo del libro sensoriale è il tatto! Come oramai saprete Maria Montessori ci diceva che il bambino “pensa” con il tatto, poter FARE e TOCCARE con le proprie manine, permette al bambino di interiorizzare e memorizzare il processo di quella determi

Menopausa e strategie di benessere: l'ascolto dell'ostetrica

Amo osservare le donne quando si ritrovano intorno ad un aperitivo, o sotto i loro ombrelloni colorati in riva al mare proprio come sta avvenendo oggi. Sono in vacanza ma non smetto di farlo, non smetto di osservarle con un sorriso che mi arriva dal profondo del mio cuore.  Non si conoscono fra di loro o meglio solo alcune conoscono altre ma appena si ritrovano insieme, le confidenze non tardano ad arrivare. Lo so, succede sempre ed io le ascolto con grande riservatezza e rispetto. Sono le donne intorno ai cinquant’anni, anno in più anno in meno, sono le donne che entrano in quella fase della vita più discussa, tormentata, più temuta di tutto il ciclo vitale femminile: la Menopausa. Quel periodo della vita dove tutti ne parlano ma pochi la sostengono, accompagnandola per mano. E’un periodo di cambiamenti, di grandi cambiamenti non solo fisici, ma soprattutto psicologici.  In questo periodo il cuore spesso soffre e non mi riferisco solo al rischio di patologie cardiac