Passa ai contenuti principali

Ci avete visitato in

Nessuno nasce imparato



Caterina Mazza, mamma


Mai stato proverbio più azzeccato, e si, perché diventare mamma non vuol dire saper fare già tutto, conoscere il proprio figlio/a solo perché è stato parte di te per nove mesi. Io ho avuto una gravidanza bellissima, nessun problema di salute, il bambino cresceva bene, sono riuscita anche a farmi rimbalzare tutti i consigli non richiesti, che puntualmente mi venivano dati da mamme e non che credevano di sapere tutto, ma nessuna che ricordava, o non voleva ricordare, la fragilità che si ha quando si è incinte. Comunque arriva il fatidico giorno del parto, si rompono le acque la mattina presto e la sera alle 20:30 del 13 Febbraio 2016 partorisco mio figlio con un cesario, avrei voluto tanto un parto naturale ma visto che perdeva di battito e per altre piccole cose tecniche che non sto qui a spiegarvi, hanno deciso per il cesario, ma a me non importava volevo solo conoscere il piccolo ometto che ha vissuto dentro me, e che mi ha stravolto la vita, e ora non so proprio come farei se non ci fosse. Avevo pensato che il più era stato fatto ,che ora era tutta una gran festa, d'altronde tutti dicono che: avere un figlio è una gioia; ti riempie la vita ecc.. ma per me non è stato così, almeno non subito, pensavo di mangiarmi il mondo, invece mi ha schiacciata. Si perché non mi sentivo felice, ne tanto meno mamma, volevo solo riuscire a riposare ed essere autonoma, ma non avendo avuto un parto naturale non riuscivo a fare ciò che volevo, ed occuparmi del bambino, e la situazione mi sfugge di mano quando inizio con l'allattamento che non è stata una passeggiata. Non riuscivo a farlo attaccare bene quindi mi sono venute le ragadi, ma ho continuato ad insistere, con le lacrime che ho buttato avrei potuto creare un lago, e mi sentivo una mamma di Merda, scusate il termine ma è quello più adatto, stavo attraversando la depressione post parto e mi faceva paura come non mai. All'inizio ho evitato di ammetterlo a me stessa, ma inconsciamente sapevo, ed evitavo chi mi avrebbe capita con uno sguardo, finché una sera sono crollata davanti mio marito, fortunatamente aggiungerei, lui ha cercato aiuto a una delle ostetriche che mi aveva accompagnata nei mesi di gravidanza tramite il corso preparto, con la quale siamo diventate amiche, una persona speciale, che ha saputo guidarlo per potermi stare vicino, e così sono riusciti a farmi parlare, ad esprimere le mie paure, dubbi, insicurezze, e farmi capire che tutto ciò era normale, che davanti a me avevo un bambino che non conoscevo, anche se l'ho partorito io, che aveva ritmi tutti suoi e non combaciavano con i miei, che i suoi pianti non erano solo perché voleva mangiare, ma voleva una coccola una carezza, aveva bisogno di essere cambiato o non stava comodo con i vestitini che aveva addosso, ci stavano mille ipotesi che io non prendevo in considerazione, e pensavo solo che avesse fame ed ogni volta che si svegliava alzavo gli occhi al cielo perché mi pesava allattarlo, ero arrivata al punto che nemmeno volevo cambiargli il pannolino e ne toccarlo. 

Ora le cose sono decisamente cambiate, lo amo più di qualsiasi cosa al mondo, ora posso dire di ESSERE UNA MAMMA, DI SENTIRMI UNA MAMMA, si perché non è detto che ci si sente mamme da subito, può capitare che ci voglia tempo, ma non è detto che sia un male, io continuo a capirlo giorno per giorno, sono tre mesi di felicità continua anche quando mi sveglia la notte per mangiare e sono morta di sonno, ma basta che lo guardo e lui mi fa uno dei suoi meravigliosi sorrisi che passa sonno stanchezza e tutto il resto. La depressione è bruttissima ma si supera, bisogna parlare non chiudersi a riccio, delle volte basta anche solo un lungo abbraccio per stare meglio, uscire da subito che fa bene anche al bambino, si perché un bambino non impedisce di fare ciò che si faceva prima, magari bisogna modificare qualcosina ma niente di esagerato, e piano piano ci si rende conto che è un valore aggiunto alla vostra vita. Prima mio figlio lo Guardavo ora lo Vedo, e non c'è più bella visione al mondo. 



Commenti

Post popolari in questo blog

Mamma, donna, moglie, lavoratrice

Ci sono delle cose che cambiano DAVVERO la vita,  una di queste è diventare mamma: bhè direi che la sconvolge. Diventare mamma è un’esperienza unica: è meraviglioso (e sconvolgente!) scoprire di essere incinta, è meraviglioso (e sconvolgente) attraversare i 9 mesi di gravidanza, è meraviglioso (e molto sconvolgente!) il parto… ed è meraviglioso, strano, spaventoso, emozionante, toccante, stravolgente, commovente, stancante (e ovviamente sconvolgente) ritrovarsi quella creaturina tra le mani! Ricordo perfettamente la sera in cui nacque la mia primogenita Alice, passai tutta la notte a tenere la sua manina minuscola e a controllare  che respirasse, nonostante fossi stremata dal parto, mi sembrava troppo, troppo strano aver dato alla luce quell’essere che avevo protetto nella mia pancia per tutto quel tempo, da quel momento in poi mi sentivo vulnerabile perché incapace di proteggerla come potevo fare prima: in gravidanza mi bastava posare le mie mani sul pancione per farle sentir

Alla scoperta dei Libri sensoriali!

I Quiet book o libri sensoriali, sono un’intrigante proposta di gioco da offrire ai nostri bambini, che (noterete sin da subito) verranno  catturati immediatamente dalla possibilità di FARE delle cose con il loro libricino, andando così a stimolare l’attenzione e la concentrazione del bambino . fin da piccolissimo; è una offerta di   mille sensazioni sensoriali , di tante azioni, di scoperte e di tentativi. Un Quiet Book è realizzato principalmente in tessuto o feltro / pannolenci, all’interno delle sue pagine possiamo trovare delle attività che simulano le nostre azioni quotidiane, come stendere i panni, allacciare le scarpe, apparecchiare la tavola, ma anche attività come imparare le lettere e i numeri. La chiave del successo educativo del libro sensoriale è il tatto! Come oramai saprete Maria Montessori ci diceva che il bambino “pensa” con il tatto, poter FARE e TOCCARE con le proprie manine, permette al bambino di interiorizzare e memorizzare il processo di quella determi

Menopausa e strategie di benessere: l'ascolto dell'ostetrica

Amo osservare le donne quando si ritrovano intorno ad un aperitivo, o sotto i loro ombrelloni colorati in riva al mare proprio come sta avvenendo oggi. Sono in vacanza ma non smetto di farlo, non smetto di osservarle con un sorriso che mi arriva dal profondo del mio cuore.  Non si conoscono fra di loro o meglio solo alcune conoscono altre ma appena si ritrovano insieme, le confidenze non tardano ad arrivare. Lo so, succede sempre ed io le ascolto con grande riservatezza e rispetto. Sono le donne intorno ai cinquant’anni, anno in più anno in meno, sono le donne che entrano in quella fase della vita più discussa, tormentata, più temuta di tutto il ciclo vitale femminile: la Menopausa. Quel periodo della vita dove tutti ne parlano ma pochi la sostengono, accompagnandola per mano. E’un periodo di cambiamenti, di grandi cambiamenti non solo fisici, ma soprattutto psicologici.  In questo periodo il cuore spesso soffre e non mi riferisco solo al rischio di patologie cardiac